About Me
- Universiteti POLIS
- Tirane, Albania, Albania
- Shkolla nderkombetare e Arkitektures dhe e Politikave te Planifikimit Urban
Tuesday, May 29, 2012
Lancimi i Tirana Architecture Weeks nga Universiteti POLIS dhe Bashkia Tirana
Të Dashur Miq,
Lançimi i Tirana Architecture Week, aktivitet i përbashkët i
Bashkisë Tiranë dhe Universitetit POLIS do të realizohet sot ( 29 Maj 2012 )në U_POLIS
në orën 12.00 nga stafi i TAW , U_POLIS dhe
Kryetari i Bashkisë Tiranë, Z. Lulzim Basha.
Axhenda e këtij aktiviteti përfshin deklaratë nga Rektori i
U_POLIS, Besnik Aliaj, Fjalim nga Z. Lulzim Basha, Kryetar i Bashkisë Tiranë.
Prezantime të aktiviteve dhe eventeve që do të realizohen gjatë Tirana
Architecture Weeks, nga stafi ndërkombëtar i TAW. Në këtë takim do të jenë prezent
partnerët dhe suportuesit e TAW, dhe gjithashtu përfaqësues nga : Ambasada e
Holandës, Ambasada Italiane, Ambasada Gjermane, Ambasada e Zvicrës, Ambasada e
Austrisë dhe Akademia Marubi.
Për informacione të mëtejshme ju lutem vizitoni: www.tiranaarchitectureweek.com
Wednesday, May 23, 2012
Ndiqni filmin "Amnistia" ne U_POLIS, diten e Enjte, datë 24 Maj 2012 ora 17.00
Të
dashur studentë, miq dhe kolegë,
kemi
kënaqësinë t’ju ftojmë në takimin e radhës me Cine_POLIS, ditën e Enjte, datë
24 Maj 2012 ora 17.00 për të parë filmin: ”Amnistia” – Një film nga Bujar
Alimani.
Shikim
të këndshëm!
Dear students, friends and colleagues,
We have the pleasure to invite you to Cine_POLIS next session,
on Thursday May 24th 2012 at 5 pm, to see: “Amnesty”- A film by
Bujar Alimani.
Enjoy!
Reklamat e reja te Universitetit POLIS
Ju ftojme te ndiqni reklamat e reja te U_POLIS ne :
Per me shume informacion na kontaktoni ne :
contact@universitetipolis.edu.al
info@universitetipolis.edu.al
Tuesday, May 22, 2012
Wednesday, May 16, 2012
Cine_POLIS: Filmi "Shqiptari" Te Enjten me 17 Maj ne U_POLIS, ora 17:00
Të
dashur studentë, miq dhe kolegë,
Kemi
kënaqësinë t’ju ftojmë në takimin e radhës me Cine_POLIS, ditën e Enjte, datë
17 Maj 2012 ora 17.00 për të parë filmin: ”Der Albaner” – Shqiptari.
I
ftuar nderi për këtë javë do të jetë producenti i filmit, Z. Dritan Huqi.
Shikim
të këndshëm!
Saturday, May 5, 2012
Contro l’uso strumentale e la generalizzazione!
Contro l’uso strumentale
e la generalizzazione!
Dr. Besnik Aliaj
Rettore, Università POLIS
In questi ultimi giorni ho seguito con particolare
attenzione alcuni sviluppi - a prima vista di routine- relativi al settore dell'istruzione
universitaria in Albania. Il motivo per cui scrivo, prende spunto dalla pubblicazione
di ieri nei media italiani e albanesi, di uno "scandalo". Cito testualmente:
"... conseguimento della laurea presso
l'Università Kristal del figlio del politico italiano Umberto Bossi ... "
dove, come viene sottolineato dalla stampa "... il diploma è stato rilasciato entro un anno ad una persona che non ha neanche
un timbro albanese nel suo passaporto ...".
Una seconda motivazione deriva dalla coincidenza
di organizzare un giorno prima della notizia, un dibattito allo show televisivo
"Opinion" sul tema dell'istruzione privata in Albania. Da come si è svolto
il dibattito, pare che si volesse creare un’opinione generalizzante e non realistica,
tendente a rinforzare il divario tra istruzione statale (pongo l’accento "statale",
perché in Albania ancora non si può parlare d’istruzione universitaria "pubblica")
e privata, stigmatizzando questo settore, e assimilandolo con facilità alla sfortunata
esperienza del “marketing piramidale”, e alla “bolla del settore delle costruzioni”.
Il bisogno di scriverne diventa ancora maggiore
se ricordiamo la dichiarazione pubblica di poche settimane fa, del leader dell'opposizione
albanese, il quale - nonostante il mio pieno rispetto per il suo ruolo - non è riuscito
a trattenersi dall’apporre etichette negative tout court all’intero settore dell'istruzione privata senza eccezione.
Ritengo che questa sia una logica non sana e tendente ad alimentare uno spirito
non proprio corretto, verso l'impresa privata e/o non lucrativa, in questo settore
o in generale, facendo alla fine di tutta l’erba un fascio.
Questa tendenza, forse inconsapevolmente, sembra
provocare una certa demonizzazione del privato glorificando quasi in assoluto il
pubblico e, prescindendo dalle giuste preoccupazioni sollevate dai cittadini finisce
per stimolare negativamente l’opinione pubblica. Quindi, in nome dei valori civici
ai quali io credo, e in nome dell'istituzione e del gruppo che io rappresento (che
oltre il personale albanese o della regione, integra accademici e professionisti
italiani di qualità, che vivono e lavorano in Albania), vorrei pubblicamente prendere
le distanze dal fenomeno in questione, e protestare contro alcune tendenze non corrette
di manipolazione del dibattito pubblico, invitando la società albanese, i politici,
i media e gli opinionisti, a riflettere con dignità e calma sull’argomento in questione.
Purtroppo in un ambiente estremamente politicizzato, questo problema tende a banalizzare
la questione pure esistente, e ad innescare un trend negativo, che anziché affrontare
il problema in maniera vitale, tende a trasformarlo in un tema da riutilizzare ripetutamente
in funzione di questioni che con l’istruzione c’entrano ben poco.
In primis, desidero sottolineare che l'istruzione
universitaria in Albania è un settore affetto da diversi problemi, sia per ragioni
storiche, sia per la complessa transizione sociale e politica nella quale l'attenzione
per questo argomento non è stata sempre costante. Inoltre, anche nei paesi sviluppati,
oggi la cultura e l'istruzione sono chiaramente entrate in una fase di rivalutazione
critica. In queste condizioni, durante l'ultimo decennio le autorità albanesi (di
destra e di sinistra) sono state giustamente obbligate a promuovere la concorrenza
nel settore dell'istruzione, cercando di affrontare i gravi problemi emersi dai
fatti resi pubblici già dal 2000. Si trattava di diverse forme di corruzione: tangenti,
abusi di varia natura, falsi concorsi; ostruzione intenzionale alla ricerca scientifica;
ecc. ecc; per non parlare della manipolazione ideologica del passato che meriterebbe
una seria analisi a parte.
Pertanto, diversamente dalla logica ed all'esperienza
della maggior parte dei paesi della Comunità Europea, l'introduzione del settore
privato nell’ Europa dell’Est e in particolare in Albania, ha costituito la risposta
ad una necessità, come parte di un processo di riforma radicale tardiva molto attesa,
che anzitutto richiede comprensione! Questa novità controversa, di questo servizio
pubblico che sostanzialmente è ispirato all'esperienza Britannica e del Nord America,
in Albania è stato interpretato molto correttamente in alcuni casi, in altri casi
invece ha finito per generare problemi. Comunque, dopo 10 anni di investimenti l’istruzione
universitaria privata è diventata una realtà indiscutibile in Albania, con i suoi
vantaggi e svantaggi, esattamente come qualsiasi altro campo della società. Questo
settore ha contribuito infatti a risolvere i gravi problemi ereditati dal passato,
così come ha aperto da allora fino ad oggi molte altre questioni che meriterebbero
una seria attenzione da parte delle autorità. Vorrei sottolineare che a causa delle
circostanze storiche, l'Albania sta facendo oggi, qualcosa che altri paesi del mondo
hanno già fatto 3-4 secoli fa, passando attraverso successi e fallimenti. Credo
che lo stesso accada per noi, quando affrontiamo processi simili, per questo ritengo
che tali esperienze non debbano essere demonizzate in blocco!
Per questi motivi il momento dello "scandalo
Bossi”, con i conseguenti commenti peraltro comprensibili di certi politici e opinionisti
in Albania e/o in Italia, non può e non deve servire come occasione per avviare
una tempesta di pregiudizi o una caccia alle streghe, linciando pubblicamente un
intero settore insieme ai grandi sforzi umani che vi avvengono all’interno. Non
è con un tratto di penna che si possono descrivere fenomeni così diversi tra loro.
L’esperienza amara della demonizzazione e il linciaggio del privato come "nemico"
l’abbiamo già provato una volta nella società albanese e non si possono ripetere
gli stessi errori del passato. In breve, la società albanese deve rinunciare a quei
complessi e pregiudizi che vedono il settore privato alla stregua di un "kulak",
evitando di affrontare la verità ed i problemi, dando così ad ognuno ciò che merita!
Si direbbe talvolta, che si voglia perseguire una certa mancanza bizantina di coraggio.
Quindi un caso negativo, non può servire come
generalizzazione, o peggio quale vendetta sleale o risultato della tipica gelosia
balcanica verso tutti! Inoltre a mio personale avviso, non si dovrebbero causare
tensioni e decisioni frettolose o peggio fustigazioni di massa da parte delle autorità,
come è stato purtroppo nella tradizione della nostra società. Il caso richiederebbe
un'operazione attenta e soprattutto morale. In Albania a dire il vero, esiste una
legislazione moderna per affrontare con dignità e serietà la questione relativa
all’istruzione universitaria. Il problema è che queste leggi, dovrebbero essere
applicate con rigore e precisione per tutti e in modo continuativo.
Credo quindi che aprire una discussione basata sulla meritocrazia più che sulla
generalizzazione sia quanto mai necessario in Albania. La valutazione svolta secondo
criteri meritocratici basati sul risultato del lavoro svolto, è una garanzia per
lo sviluppo ed è una necessità per l’entrata nell’ Unione Europea. Allora anziché
fondare le nostre valutazioni su principi emozionali, spesso frutto del passato,
cerchiamo di evidenziare, incoraggiare, e sostenere le iniziative migliori, insieme
certamente all’adozione coraggiosa delle misure previste dalla legge contro coloro
che abusano, quando le prove sono evidenti.
Riguardo a questo caso non posso restare né indifferente né tantomeno avere pregiudizi; credo che le autorità albanesi
abbiano a disposizione tutti gli strumenti istituzionali e giuridici dello stato
di diritto per effettuare gli accertamenti, per rendere chiarezza riguardo le parti
coinvolte nel caso e soprattutto per comunicare un chiaro messaggio alla società.
In questa logica, i politici dovrebbero astenersi dalla retorica dura, sleale e
generalizzante, che purtroppo finisce per colpire coloro che contribuiscono in maniera
seria e chiara allo sviluppo della società e dell'economia albanese.
Vorrei inoltre dire qualcosa sulla stessa società albanese, che non reputo né
naif né infantile. Anzi, come spesso accade, l'opinione pubblica ha già elaborato
in silenzio la classifica delle istituzioni che sono considerate "corrette",
rispetto a quelle che, detto in maniera brutale, "vendono lauree". Il
pubblico capisce molto bene gli sviluppi di questo settore nel suo insieme, sebbene
vada sottolineato il costo della tirannia della disinformazione, ahimè causata dalla
usurpazione del dibattito pubblico da un manipolo ristretto di opinion maker pilotati per costruire ad arte
opinioni che fanno comodo ad ambienti coinvolti nel mondo degli affari e della politica.
Per questo motivo, vorrei rivolgermi con rispetto e con preghiera di ascolto,
in particolare agli imprenditori dei mass-media, ai giornalisti e agli stessi opinion
maker che contribuiscono ogni giorno all’informazione e alla costruzione di una
società aperta, basata sui valori. E' tempo che questi attori si posizionino chiaramente
nel dibattito sui "sistemi dei falsi o delle piramidi", dando un chiaro
esempio e non accettando più i vantaggi finanziari che derivano dalla pubblicità
sleale delle istituzioni che alla fine ingannano il pubblico e provocano distorsioni
del mercato.
Oggi più che mai quindi è necessario cancellare la mentalità e la cultura della
demonizzazione e generalizzazione, e forse è arrivato il tempo di dare con coraggio
i nomi degli attori incontrastati che causano il problema concreto al di là della
terribile generalizzazione del dibattito pubblico. La disinformazione del pubblico
perpetrata per assecondare gli interessi relativi ad un profitto maggiore o all’appartenenza
politica di certi gruppi ristretti, non solo non aiuta nessuno, ma coltiva una società
che domani, secondo la logica del boomerang, finirà per considerare tutti i giornalisti
dei "venduti", e tutti i politici dei "mafiosi". Anche qui
quindi, cerchiamo di dare, senza retorica, a Cesare ciò che è di Cesare! Anche in
questo caso il pubblico si è formato diventando in silenzio più saggio ed esperto!
Infine, mi preme sottolineare non senza preoccupazione, che gli scandali pubblici
e politici generalizzati dai media e dalla classe politica in Albania e importati
in Italia, provocano costi all'immagine del paese e alimentano pregiudizi, le cui
conseguenze socio-economiche importanti per l'Albania e gli albanesi, non sarebbero
più da considerare ingenuità ma atteggiamenti dolosi. Ciò non dovrebbe fermare nessuno
nel nostro sistema democratico a indagare i casi in questione e a denunciare l'abuso
quando esiste, ma - lo sottolineo con forza – ci si dovrebbe astenere dal fare generalizzazioni
e dall’etichettare un intero segmento sociale, o peggio ancora una intera società.
E' evidente tuttavia, che anche l’Albania non è immune agli scandali, e non
risparmia i filtri dei media presi in prestito all'estero (Bosnia, Serbia, Grecia,
Italia e recentemente anche dal Kosovo) all’interno di lotte politiche o per raggiungere
scopi economici. Non volendo fare lo struzzo, devo dire ad alta voce, che la società
albanese deve prima cominciare a curare con coraggio i suoi problemi, invitando
poi i media e i politici italiani a testimoniare che sanno fare la loro politica
interna e sono in grado di risolvere i loro problemi, senza spingere la palla contro
il vicino alimentando una serie di cliché che forse hanno fatto il loro tempo. I
problemi politici italiani e in particolare la carriere politica di Umberto Bossi
non può dipendere secondo una logica razzista e generalizzate dall’Albania e dagli
albanesi. E allora permettetemi anche riguardo le preoccupazioni sollevate con diritto
dai media, di dire che è sempre valido il termine albanese "Non ci sono foreste
senza porci"!
Rimango convinto tuttavia che in Italia esista una sensibilità enorme su questi
casi e una buona volontà, e che inoltre le relazioni tra i due paesi non torneranno
mai indietro ai tempi dell’Italia come “l’America”. Anche se in fondo siamo "una
comune famiglia dell'Adriatico", gioverebbe alla dignità dei media e della
politica italiana identificare, a fianco dei casi problematici che ripeto vanno
denunciati con rigore, gli indiscutibili successi di uno sforzo umano che merita
più rispetto e visibilità . Dico questo perché i miei cari amici e colleghi italiani
sono ogni giorno testimoni che il tempo della sindrome generalizzante, quando tutti
gli albanesi venivano ingiustamente considerati "mafiosi" è definitivamente
tramontato. Un pregiudizio ingiusto del quale fra l’altro anche l'Italia ha sofferto.
Tanto più che tra gli albanesi che, dopo gli anni ’90, per motivi diversi, hanno
costruito una vita in Italia, la maggior parte sono persone oneste e accolte con
generosità nella società italiana e vorrei dire che allo stesso tempo ci sono sempre
più Italiani per bene che costruiscono il loro lavoro e la loro vita con normalità
in Albania. Francamente, auguro all'Italia e agli italiani una buona campagna elettorale,
come mi auguro un trattamento a freddo e serio del caso, da parte delle autorità
e della società albanese!
Press Release: Public Universities vs Private Universities in Albania
Against
Generalisations and Misuse!
Dr. Besnik Aliaj
Rector,
POLIS University
Recently
I have followed with focused attention certain occurrences - seemingly routine
– concerning the higher education sector in Albania. The reason I am addressing
the general public emerges from a recent publication of a ‘media scandal’ by
both the Albanian and the Italian media on – quote – “the award of a diploma by
Kristal University to the son of an
Italian politician, Umberto Bossi…’. The press highlights that ‘… the aforementioned diploma has been
awarded within one year to a person who has no even a single Albanian border
crossing stamp on his passport…’
My
second motive comes forth in the midst of a coincidental recent broadcasting of
the popular TV program in Albania, namely ‘Opinion’, addressing issues
regarding private higher education in Albania, whereby the approach adopted,
invested in building a generalised and unrealistic opinion, leading to the
establishment of an unnecessary growing barrier between the state education (stressing ‘state’
because in Albania we have yet much to talk about public higher education) and
the private one, again labelling and generalising en block this sector as, - quote - ‘the third generation of
Albanian pyramidal frauds’, following the “financial” ones, as well as the “construction
bubble burst”.
This
stimulus grows stronger should we recall yet another recent public
pronunciation of the Albanian opposition leader, who – with all due respect for
his legitimate right granted by his role to offer the necessary opposition to the
present public policies – couldn't also help falling into the trap of negative en block generalisations and labelling,
encompassing all Albanian private education sector with no exceptions made. Such
stance fuelled by an unhealthy logic, in return cultivates a politically
incorrect attitude towards the private and non-for-profit-enterprise in this
sector and beyond, misleading to unfair treatment for all.
In
response to such atmosphere, overly inflated and undeliberately instilling a
sense of stigma and rage against ‘the private’, while glorifying almost to
absolutism ‘the public’, unfortunately it has been stimulating a highly negative
spiral of public opinion that carries specific political objectives, meantime without
denying the legitimate citizens’ concerns.
Therefore,
relying on my personal beliefs and civic values, as well as the ones of the
institution and the team I represent (which proudly includes besides Albanian
and Balkan professionals, also valuable Italian professionals and academics residing
and working in Albania), I intend to publicly claim a clear positioning of our
institution towards phenomenon. I also wish to protest against certain incorrect
attitudes in manipulating the public debate, therefore openly inviting the
Albanian civic society, the politicians, the media, and the opinion-makers to
reflect and fairly react in a dignified way towards the generalisation and
labelling practice. Regrettably, owing to a heavily politicised environment,
this issue risks to grow distasteful and becoming a routine tendency,
jeopardising the vital importance of education to the future of Albania.
First
and foremost, I would like to highlight that the higher education sector in
Albania is subject to a myriad of problems owing to historical reasons, as well
as to a highly complex socio-political transition, implying improper and
insufficient attention towards education by policy- and decision-making. Under
such circumstances, over the past decade the Albanian authorities (both the
right and the left) have reasonably been forced to commit in promoting
competitiveness among the higher education sector, aiming so to address the
aggravated and growing problematique of the state higher education. The latter
one has been subjected to numerous media reports since early 2000, on
corruptive practices at various forms and levels, including bribery, sexual
harassment, fraudulent admissions, blocking and of scientific research,
conflict of interest concerning career path to the young staff, sabotage in
granting scientific degrees and academic awards, political interferences, etc.,
not taking into account the ideological brainwashing of the past…
Hence,
differing to the experiences and approaches in the most of EU countries, the
establishment of the private education sector in Eastern European countries, and
particularly in Albania, was a ‘must’ factor, rather than a mere necessity. It
indeed is still an integral part of the belated long-awaited radical reform
which are desperately needed to bring positive changes. This arguable “novelty”
towards such public service, in essence inspired by the UK and North America’s
experiences, is implemented also in the Albanian context, at times in admirable
standards, but at other times baring significant problems, too.
Nevertheless,
ten years after, the higher education in Albania is an undisputable reality with
both its success and failure attributes as in any other aspects of the post-communist
Albanian society. But none can deny the fact that the private sector has
contributed to the rectifying of a number of costly problems inherited up to
2005, as well as it has also added some new ones, all of which deserve the
immediate attention and actions from authorities. But such problems have not
developed in vacuum! Due to certain historical conditions, we must recall that Albania
is unfortunately facing today issues that other countries have dealt with 3-4
centuries ago, following similar achievements and downfalls, which should be
bravely overcome, instead of ‘demonised’.
The
Bossi Scandal or the comments of the politicians and certain opinion-makers, be
it in Albania or Italy, should not exploit this occasion to generate a storm of
prejudice or witch hunting campaigns against an entire sector and many positive
efforts being made, despite the mentioned problems. Hence things cannot be done
simply cut and dry, putting all “eggs in one basket”. We must not forget the
bitter previous experiences when demonising and condemning the private as an ‘enemy’, and cannot afford
to repeat mistakes of the past. In a nutshell, the Albanian society should
renounce from considering the private sector as ‘kulak’ – the infamously
punished and expropriated ex-private landowners during the communist regime. We
don’t have also the luxury of maintain a byzantine
culture and lack of courage to
face the truth and problems alike. Instead its time to give everyone as they
deserve!
Such
distinct moment cannot and should not in anyway serve as an opportunity for
unfair and jealous revenge. Problems that are obvious cannot and should not be
generalised, and less so serve to label everyone as ‘abusive and pyramidal-like’
causing needless tensions and imprudent decision-making. This case calls for a careful
and foremost ethically moral intervention because honestly in Albania serious
efforts are being made to implement a modern legislative framework that foresees
a decent and serious approach towards issues of higher education. The
bottleneck however remains in having a rigorous and correct implementation of
the law by all parties equally and continuously.
The
time has come for everyone to get his tailor-made response, which should be based on merit and tangible results,
rather than emotional blackmail or persecution, as inherited from the past.
This approach also supports Albania’s EU ambition, by identifying and promoting
‘best practice’ initiatives, whilst on the other hand adopting a firm stance by
fairly punishing those in violation of the law, sufficient evidence provided.
As
far as the matter at hand is concerned, I cannot be either indifferent or
judgemental, but I entrust the Albanian authorities possess all the
institutional and legal means to objectively verify and shed light on the truth
for the benefit of the involved parties, as well as to the society as a whole.
Along the same rationale, politicians alike should finally resign from the
harsh and dishonest rhetoric, at the cost of society and those who are
seriously devoted in contributing un-dubiously to the socio-economic progress
of the country.
As
far as the wider Albanian public and the market are concerned, it should be noted
that they are no longer naive or newborns.
Furthermore, it should be made clear that the public opinion seem to have
made already a meaningful ‘silent’ classification of the ‘correct’
institutions, and the ‘speculative’ ones selling diplomas. The public perfectly
comprehends the developments in this sector and beyond it, although it is
worthwhile mentioning that we often face situations of the tyranny of information
due to the brutal occupation of the media by a limited group of ‘commissioned’
opinion-makers, who seem sadly being paid to propagate certain ‘constructed
realities’ to satisfy certain business and political interests.
Meanwhile,
I would like to respectfully address specifically the community of media
entrepreneurs, journalists and opinion-makers that normally contribute on a
daily basis to the establishment of an open information society relying on civic
values. Now is the right time for them to position first themselves in the
current debate on the so-called ‘fraudulent or pyramidal systems’. This can
provide the best example if they give up themselves from the financial profit
generated by the publication/broadcasting of the advertisements of institutions
that abuse, cheat or mislead the broad public, and distort the market.
Today
more than ever, it is of immediate necessity to waive away the culture of ‘demonising’,
while finding the courage to speak up and denounce obvious and incontestable
names, going beyond the cliché of generalizations. The disinformation of the
public, owing to mere financial or political interests, is not only on the
benefit of no one, but furthermore has a boomerang effect by creating unnecessary
and untrue generalised stereotypes on “all commissioned” journalists and “all
mafia related” politicians, too. But even in this case, the public opinion
seems to have built its own ‘silent’ understanding.
Finally,
I would like to also highlight the concern that ‘naive’ and generalized imports
of the public and political scandals, bares high costs regarding the image of
Albania and Albanians, let alone the socio-economic consequences. Therefore it
cannot be considered any longer a naive action but a fatal mistake for all. Obviously
in a democratic system anyone can investigate and report any type of abuse,
provided the necessary evidence, but - I strongly emphasize – without
generalizing and labeling an entire segment of the society, or worst, a society
as a whole.
Clearly,
in Albania we are also not immune to the practices of exporting scandals on
behalf of internal political rivalry, via media filters borrowed abroad. Nevertheless
I strongly believe that the Albanian society needs first to address its own
problems; and then invite the foreign/Italian media and politicians to do the
same, by facing their domestic issues without ‘pushing the ball to the neighbors’.
The domestic political issues in Italy, even less so, Mr. Bossi’s political
career, do not depend and cannot be invoiced against Albania and Albanians, by
adopting once again the logic of generalizations and racial prejudices. As
far as the matter at hand is concerned, I am forced to (impolitely) retain
appropriate a local expression that “Every village has its own idiots”!
However,
I remain highly confident that in Italy there is a high sensitivity and positive
will, that the relationship among two countries must never return to the era of
“L’America”. We are basically a ‘common family of the Adriatic’. Hence it would
be in the dignity of the Italian media and politics to clearly identify besides
the growth problems and developing issues, also many other positive
developments and incontestable achievements due to enormous human efforts that
deserve a much fair respect.
I
highlight this, as my close Italian friends and colleagues have testified and
testify me every day that the syndrome of generalization when all Albanians
were unjustly considered “Mafioso” is over. Italy once also suffered such an
unfair prejudice. Furthermore, that among those Albanians that left to Italy since
early 90’s, the majority have already built a dignified life and are generously
integrated with the Italian society, as there is nowadays an increasing number
of good Italians residing and working in Albania.
I
sincerely wish a successful electoral campaign to Italy and Italians, as well
as I wish a fair and serious attitude towards the matter at hand to the
Albanian authorities and society!
Kundёr Pёrdorimit dhe Pёrgjithёsimit!
Kundёr Pёrdorimit dhe Pёrgjithёsimit!
Dr. Besnik Aliaj
Rektor,
Universiteti POLIS
Ditёt
e fundit kam ndjekur me vёmendje disa zhvillime - nё pamje tё parё rutinё - qё
lidhen me sektorin e arsimit tё lartё nё Shqipёri. Arsyeja pёrse po shkruaj kёtё
rradhё e merr pikёnisjen nga publikimi i djeshёm i njё “skandali” nё mediat
italiane dhe shqiptare mbi, quote: “... marrjen e njё diplome tё
Universitetit Kristal nga djali i politikanit italian Umberto Bossi ...” ku
siç nёnvizohet nё shtyp “... diploma ёshtё lёshuar brenda njё viti pёr njё
person, i cili nuk ka asnjё vulё shqiptare nё pasaportё ...”.
Shtysa
e dytё vjen nga koinçidenca e organizimit njё ditё mё parё tё emisionit
“Opinion” me temё mbi arsimin privat nё Shqipёri, ku nga mёnyra si u shtjellua
debati u investua pёr krijimin e njё opinioni pёrgjithёsues jo realist, qё i mёshon
krijimit tё panevojshёm tё njё hendeku midis arsimit shtetёror (theksoj “shtetёror”,
sepse nё Shqipёri ende nuk mund tё flitet pёr arsim tё lartё “publik”) dhe atij
privat, duke etiketuar dhe pёrgjithёsuar pёrsёri en block kёtё sektor
si, quote: “piramidat e treta shqiptare”, pas atyre “financiare”
dhe “tullumbaces sё ndёrtimit”...
Kjo
shtysё bёhet edhe mё e madhe po tё sjellim nё kujtesё edhe prononcimin publik
para disa javёsh tё liderit tё opozitёs shqiptare, i cili me gjithё respektin
tim tё plotё pёr tё drejtёn parimore qё i jep roli i tij pёr tё bёrё oponencёn
e nevojshme ndaj politikave publike, nuk arriti tё shpёtojё pa bёrё etiketime pёrgjithёsuese
negative “en block” pёr tё gjithё sektorin e arsimit privat, pa pёrjashtim,
sipas njё logjike jo tё shёndetshme e qё kultivon nё shkёmbim njё frymё
jokorrekte ndaj sipёrmarrjes private dhe jofitimprurёse nё kёtё sektor apo tёrёsi,
sipas logjikёs “bashkё me tё thatin, tё digjet edhe i njomi ...”
Nё
reagim tё kёsaj situate disi tё mbarsur, qё kultivon padashur njё ndjenjё
stigme dhe urrejtje ndaj privates, duke glorifikuar gati nё absolutizёm
publiken, pёrveç shqetёsimeve mjaft tё drejta e qytetare qё ngrihen, pёr fat tё
keq po stimulohet gradualisht edhe njё spirale negative e opinionit publik me
objektiva tё caktuara politike. Prandaj, nё emёr tё vlerave qytetare personale
nё tё cilat unё besoj, si dhe nё emёr tё institucionit dhe ekipit qё pёrfaqёsoj
(qё veç stafit shqiptar apo nga vende tё tjera tё rajonit, integron me dinjitet
edhe mjaft profesionistё dhe akademikё tё nderuar dhe cilёsorё italianё, qё
jetojnё dhe punojnё nё Shqipёri), mё duhet tё bёj njё koment tё shkurtёr me qёllimin
qё tё distancohemi publikisht nga fenomeni nё fjalё, si dhe pёr tё protestuar pёr
tendenca tё caktuara jokorrekte tё manipulimit tё debatit publik, duke ftuar
shoqёrinё shqiptare, politikanёt, mediat dhe opinionbёrёsit, tё reflektojmё dhe
tё reagojmё pёr tё atakuar mё pas sё bashku me dinjitet dhe gjakftohtёsi temёn
nё fjalё. Pёr fat tё keq nё njё mjedis ekstremisht tё politizuar kjo çёshtje
tenton tё “banalizohet” dhe “rutinizohet” duke bёrё qё rasti konkret tё
rrezikojё tё kthehet nё tendencё, ndёrkohё qё çёshtja nё fjalё ёshtё tejet
jetike pёr tё ardhmen e vendit!
Sё
pari, duhet tё nёnvizoj se, arsimi i lartё nё Shqipёri ёshtё njё sektor me
mjaft probleme pёr shumё arsye, sa historike, aq dhe ato tё njё tranzicioni
kompleks social dhe politik, ku vёmendja e politikёbёrjes ndaj edukimit ka qenё
pёr shumё arsye e shfokusuar. Pёr mё tepёr qё edhe nё vendet mё tё zhvilluara
sot kultura dhe arsimi qartёsisht kanё hyrё seriozisht nё njё fazё krize besimi
dhe identiteti. Nё kёto kushte gjatё dekadёs sё fundit autoritetet shqiptare (tё
majta e tё djathta) arsyeshёm janё detyruar tё promovojnё konkurencёn edhe nё
sektorin e arsimit tё lartё, me qёllim qё tё adresonin problemet e agravuara tё
arsimit tё lartё shtetёror, i cili nё bazё tё fakteve tё dekonspiruara
publikisht po nga mediat qё nё fillim tё viteve 2000, pёrfshin mjaft raste
korruptive tё tё gjitha formave si: ryshfete; abuzime seksuale; konkurse
fallco; bllokim tё qёllimshёm tё kёrkimit shkencor; konflikt interesash nё
promovimin e karrierёs, gradave e titujve; ndёrhyrje tё politikёs, etj, etj; pa
folur pёr manipulimin ideologjik tё sё kaluarёs...
Prandaj,
ndryshe nga logjika dhe pёrvoja e shumicёs sё vendeve tё BE-sё, prezantimi i
sektorit privat nё vendet e Europёs Lindore, e aq mё tepёr nё Shqipёri, mё shumё
se nevojё ka qenё njё domosdoshmёri dhe pjesё e njё reforme radikale tё vonuar
dhe tё shumёpritur, qё kёrkon mirёkuptim! Ky “novitet” i debatueshёm i kёtij shёrbimi
publik, qё nё thelb mё shumё inspirohet nga pёrvoja e shkollave Britanike dhe
Amerikёs sё Veriut, natyrisht ёshtё interpretuar nё kushtet e Shqipёrisё nё
disa raste me mjaft korrektesё, dhe nё disa raste me probleme serioze. Sidoqoftё,
pas 10 vjetёsh investim, tashmё arsimi i lartё privat nё Shqipёri ёshtё njё
realitet i pakontestueshёm me tё mirat dhe tё kёqijat e veta si çdo fushё tjetёr
e shoqёrisё. Ky sektor ka ndihmuar nё zgjidhjen e disa problemeve tё agravuara
tё arsimit tё lartё nё Shqipёri, qё u trashёguan jo pa kosto nё vitin 2005,
sikurse ka hapur qё atёherё dhe sot edhe mjaft problematika tё tjera tё reja
gjatё rritjes, qё meritojnё vёmendjen serioze tё autoriteteve. Sepse nё thelb pёr
shkak tё rrethanave tё caktuara historike, Shqipёria po bёn sot diçka qё disa
vende tё tjera tё botёs e kanё bёrё 3-4 shekuj mё parё, pas arritjeve dhe dёshtimeve
tё ngjashme, tё cilat duhen pёrballur me kurajo edhe nga ne, por jo tё
demonizohen!
Por,
momenti i “skandalit” Bossi, apo komentet e politikanёve dhe opinionistёve tё
caktuar nё Shqipёri apo Itali, nuk mund dhe nuk duhet tё shёrbejnё si njё rast
pёr tё gjeneruar njё stuhi paragjykimi apo gjueti shtrigash dhe lançim publik tё
njё sektori tё tёrё bashkё me pёrpjekjet e mёdha njerёzore qё po bёhen. Nuk
mund tё ç’bёhen kёshtu gjёrat me njё tё rёnё tё lapsit dhe duke i futur tё tёrё
nё njё kallёp! Pёrvojёn e hidhur tё demonizimit dhe lançimit tё privates si
“armik” ne e kemi provuar njёherё dhe nuk mund tё ripёrsёrisim mё gabimet e
kaluara. Shkurt, shoqёria shqiptare duhet tё heqё dorё nga komplekset dhe
paragjykimet qё e bёjnё tё konsiderojnё sektorin privat si “kulak”. Aq mё tepёr
tё vijojmё me mungesёn bizantine tё kurajos pёr t’u pёrballur me tё vёrtetёn
dhe problemet, pёr t’i dhёnё gjithkujt atё qё i takon!
Ky
moment spikatёs nuk mundet kurrsesi dhe nuk duhet tё shёrbejё si njё rast
hakmarrje e padrejtё dhe xhelozie tipike ballkanike ndaj tё gjithёve! Problemet
tё cilat janё evidente nuk mund dhe nuk duhet tё pёrgjithёsohen, e aq mё tepёr
tё etiketohen tё gjithё “piramida dhe abuzive”. Aq mё shumё ky moment nuk duhet
tё shkaktojё tensionim dhe vendim-marrje tё nxituar apo kamxhikim tё tipit “me
aksion” nga ana e autoriteteve, sikurse ёshtё tradita e shoqёrisё sonё. Rasti kёrkon
njё operacion tё kujdesshёm dhe para sё gjithash tё moralshёm. Sepse nё Shqipёri,
pёr hir tё sё vёrtetёs, ka njё pёrpjekje serioze dhe legjislacion modern pёr tё
trajtuar me dinjitet dhe seriozitet çёshtjet e arsimit tё lartё nё Shqipёri.
Problemi ёshtё se duhet qё kёto ligje, si nё çdo fushё edhe nё arsim, tё
zbatohen me rigorozitet dhe pёrpikmёri pёr tё gjithё dhe nё mёnyrё tё
vazhdueshme.
Pra,
pas kёtij rasti mё shumё se kurrё ka ardhur koha qё “gjithkush tё marrё kapelen
qё i takon”. Por, vlerёsimi duhet tё bёhet mbi bazёn e meritokracisё, tё punёs
dhe rezultateve tё prekshme, sesa tё parimit tё gjeneralizimit apo ndёshkimit
emocional tё trashёguar nga e kaluara. Nё tё kundёrt nё se ky vend dёshiron tё
ecё pёrpara dhe tё bёhet pjesё pozitive e BE-se, ai nё tё gjitha fushat duhet tё
evidentojё, inkurajojё, pёrkrahё dhe promovojё inciativat mё tё mira tё tipit
“best practice”; si dhe tё kurojё me kurajo duke marrё masat e parashikuara nga
ligji ndaj atyre qё abuzojnё, nё se pёr kёtё ka prova dhe fakte tё qёndrueshme.
Nё
lidhje me rastin konkret nuk mund tё jem as indiferent dhe as paragjykues, por
mendoj se autoritetet shqiptare i kanё tё gjitha instrumentat institucionale
dhe ligjore tё shtetit tё sё drejtёs dhe sundimit tё ligjit pёr tё bёrё
verifikime tё sakta dhe pa paragjykim, nё dobi tё palёve tё angazhuara nё çёshtjen
nё fjalё dhe sidomos tё shoqёrisё nё tёrёsi. Po nё kёtё logjikё edhe politikanёt
duhet tё heqin dorё nga retorika e ashpёr dhe e pandershme, nё kurriz tё atyre
qё janё serioze dhe performojnё duke kontribuar nё mёnyrё tё qartё dhe tё shumёfishtё
pёr shoqёrinё dhe ekonominё e vendit.
Pёrsa
i takon publikut tё gjerё dhe tregut nё Shqipёri, ata tashmё nuk janё mё as
naivё dhe as infantilё. Madje, mё duhet tё them se, opinioni publik e ka bёrё nё
heshtje klasifikimin e institucioneve qё konsiderohen “korrekt” dhe tё atyre qё
“shesin diploma”. Publiku i kupton shumё mirё zhvillimet nё kёtё sektor, e nё tёrёsi,
edhe pse duhet nёnvizuar qё shpesh po jetojmё jo pa kosto situata tё tiranisё sё
informacionit apo tё keqinformimit pёr shkak tё uzurpimit tё jetёs dhe debatit
publik nga njё grusht i kufizuar opinionbёrёsish tё “porositur” qё fatkeqёsisht
paguhen pёr tё “ndёrtuar opinione tё caktuara” nga qarqe tё caktuara me
interesa nё biznes dhe politikё.
Pёr
kёtё arsye dёshiroj tё adresoj me shumё respekt dhe nё mёnyrё tё veçantё
komunitetin e sipёrmarrёsve tё mediave, gazetarёt dhe opinionistёt, tё cilёt
kontribuojnё çdo ditё pёr informimin dhe ndёrtimin e njё shoqёrie tё hapur e tё
bazuar nё vlera. Eshtё koha qё kёta aktorё tё pozicionohen qartё nё debatin mbi
“sistemet fallco apo piramidale” duke dhёnё njё shembull qё fillon prej tyre, pёr
tё hequr vetё dorё sё pari nga pёrfitimet financiare qё vijnё prej reklamave tё
pandershme nga institucione, tё cilat abuzojnё e mashtrojnё publikun dhe
deformojnё tregun.
Sot
mё shumё se asnjёherё tjetёr ёshtё akoma mё imediate heqja dorё nga kultura e
demonizimit tё tё gjithёve, po aq sa bёhet e domosdoshme kurajoja pёr tё pёrmendur
emra konkrete problematike tё pakontestueshёm, pёrtej gjeneralizimit tё
neveritshёm tё debatit publik. Keqinformimi i publikut pёr interesa tё ngushta
tё njё “rroge tё mirё ditore” apo tё tifozllёkut partiak, jo vetёm qё nuk
ndihmon askёnd, por kultivon njё shoqёri qё nesёr me logjikёn e bumerang-ut
stimulon kulturёn e tё konsideruarit tё padrejtё tё tё gjithё gazetarёve si “tё
shitur”, dhe tё gjithё politikanёve si “mafioze”... Edhe kёtu duhet t’i japim Çezarit
atё qё i takon! Sepse edhe kёtu opinioni publik tashmё ёshtё bёrё nё heshtje me
i mençur dhe po aq me pёrvojё!
Sё
fundi, mё duhet tё nёnvizoj jo pa shqetёsim se importimi “naiv” dhe
gjeneralizues i skandaleve publike e politike me faturё imazhi, me paragjykime
dhe konsekuenca social-ekonomike pёr Shqipёrinё dhe shqiptarёt, do tё ishte
tashme jo mё njё naivitet, por njё faj. Do tё ishte njё gjeneralizim, qё ndёrton
paragjykime raciste dhe sjellje anti-shqiptare, qoftё pёr mediat dhe klasёn
politike nё Shqipёri apo Itali. Kjo nuk pengon askёnd qё nё njё sistem
demokratik tё hetojё rastet nё fjalё dhe tё denoncojё abuzimin kur ai ekziton,
por - e theksoj me forcё - pa gjeneralizuar dhe pa etiketuar njё segment tё tёrё
shoqёror, apo edhe mё keq njё shoqёri tё tёrё.
Eshtё
evidente se edhe nё Shqipёri nuk jemi tё imunizuar nga rastet e eksportimit tё
skandaleve pёr llogari tё luftёs sё brendshme politike pёrmes filtrave mediatike
tё huazuara nga jashtё (Bosnja, Serbia, Greqia, Italia apo sё fundi edhe nga
Kosova) pёr qёllime ekonomike dhe politike tё ditёs. Pёr tё mos bёrё rolin e
strucit, mё duhet tё them me zё tё lartё, se shoqёria shqiptare sё pari duhet tё
fillojё tё kurojё vetё me kurajo problemet e saja; duke i ftuar mё pas mediat
dhe politikanёt italianё qё tё dёshmojnё se dinё ta bёjnё politikёn e tyre tё
brendshme dhe janё tё aftё tё zgjidhin problemet e tyre duke mos e “shtyrё
topin drejt fqinjit”. Problemet e brendshme politike tё Italisё, aq mё tepёr
karriera politike e Umberto Bossit, nuk varen dhe nuk mund t’u faturohen pёrsёri
me parimin gjeneralizues nёnkuptimeve etiketuese raciste nё kurriz tё Shqiperisё
dhe gjithё shqiptarёve. Sa pёr shqetёsimin e ngritur me tё drejtё nga mediat pёr
rastin nё fjalё mё duhet tё them se kudo vlen shprehja shqiptare “Pyll pa derra
s’ka”!
Por
unё jam i bindur se nё Itali ka sensibilitet tё lartё dhe vullnet pozitiv qё
marrёdhёniet midis dy vendeve tё mos kthehen mё kurrё nё kohёn e “L’America”.
Sepse edhe pse nё thelb ne jemi “familje e pёrbashkёt e Adriatikut”, do tё
ishte nё dinjitetin e medias dhe politikёs italiane qё tё evidentojё krahas
rasteve problematike tё rritjes sё Shqipёrisё edhe arritjet e pakontestueshme tё
njё sforcoje tё madhe humane qё meriton mё shumё respekt. E them kёtё, sepse
miqtё dhe kolegёt e mi tё mirё italianё mё kanё dёshmuar dhe dёshmojnё çdo ditё
se edhe nё kёtё rast koha e sindromёs sё pёrgjithёsimit, kur tё gjithё shqiptarёt
konsideroheshin me pa tё drejtё si “mafiozё” ka perёnduar. Njё paragjykim i
padrejtё nga i cili ka vuajtur edhe Italia. Aq mё tepёr qё nё morinё e atyre
shqiptarёve qё pas viteve ‘90-tё pёr arsye nga mё tё ndryshmet tashmё
kanё ndёrtuar jetёn nё Itali, shumica janё njerёz dinjitozё e tё integruar me
bujari nga shoqёria italiane, sikurse ka gjithmonё dhe mё shumё italianё tё mirё
qё punёn dhe jetёn e tyre sot po e ndёrtojnё krejt normalisht nё Shqipёri.
Sinqerisht i uroj Italisё dhe italianёve fushatё tё mbarё, sikurse uroj njё
trajtim tё ftohtё dhe serioz tё rastit nga autoritet dhe shoqёria shqiptare!
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